Il valore del Web 2.0 è molto importante ai fini economici: questo potenzia la lunga coda favorendo il pubblico e i servizi. A un'azienda capace di sfruttare tutto il potenziale di Web 2.0 si schiude uno scenario di elevati benefici di business. Innanzitutto "l'ecosistema aperto" dei processi, esternabili a terze parti o partecipabili dall'utente abilitato dalla piattaforma Web 2.0 a contestualizzare contenuti e servizi.
Possiamo, inoltre, immaginare modelli di processi innovativi: nel marketing, possibilità di sindacare capacità e contenuti, notifiche automatiche nelle attività di marketing, sviluppo di prodotti/servizi per comunità di clienti. Ma l'impatto maggiore è l'apertura a nuovi modelli di creazione del valore.
Secondo uno studio condotto dalla società Gartner, specializzata in analisi dei trend di mercato e dei prodotti, con Web 2.0, il basso punto d'entrata per competere sulla composizione applicativa e l'apertura alla partecipazione, crea un "economia di coda lunga".
Questa, favorisce l'ingresso di piccole aziende con prodotti meno cari che costringono i pochi venditori dominanti a calare i prezzi, l'effetto complessivo sposta il peso del mercato su un maggior numero di prodotti e servizi più granulari e riduce il numero di clienti "catturati" da un solo venditore.
Rispetto al canale di fatturato tradizionale (primo Web incluso), Gartner riconosce in generale che Web 2.0 consente un allargamento del ventaglio dei ritorni, sfruttando, oltre alla produzione di contenuto "in coda lunga", il business di aggregare l'accesso "ovunque e in qualsiasi momento" attraverso piattaforme multiple, nonché il finanziamento derivante dalla pubblicità mirata a gruppi di interesse.
Naturalmente sono da prendere in considerazione anche i risvolti negativi della questione. La vasta gamma di prodotti che circondano il consumatore gli consentono di scegliere quello che meglio si avvicina ai propri gusti. La ricerca volta a conoscere le preferenze degli utenti, che si addentra sempre più nello specifico, da parte delle aziende, rischia, però, di travolgere ed invadere l'intimità e la liberta del consumatore stesso.
Chi vende, infatti, vuole raccogliere informazioni personali sulla gente per adeguare la merce proposta e gli slogan. Grazie alle nuove tecnologie aumenta, poi, la probabilità che i consumatori rinuncino volontariamente alla propria riservatezza in cambio di allettanti offerte commerciali, dalle occasioni agli ultimi prodotti della moda suggeriti da pubblicità personalizzate.
Diventano necessari, dunque, opportuni filtri che salvaguardino l'incolumità degli utenti dal "bombardamento" tecnologico, affinché le innovazioni possano essere un efficace strumento per aumentare le interconnessioni tra gli oggetti e migliorare i rapporti umani.
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